Legge e giudizio by Carl Schmitt

Legge e giudizio by Carl Schmitt

autore:Carl Schmitt [Schmitt, Carl]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Filosofia del diritto
pubblicato: 1912-04-14T23:00:00+00:00


APPENDICE

Nota I

Esempi di come, sulla base di argomenti interpretativi “strettamente giuridici”, possano in realtà trovare motivazione giudizi del tutto differenti e talora opposti tra loro sono negli ultimi tempi diventati tanto frequenti (basti ricordare qui quelli citati da Stampe e da Fuchs), che continuare a enumerarli sarebbe solo una inutile ripetizione. Già J.H. v. Kirchmann, nella sua conferenza Über die Werthlosigkeit der Jurisprudenz als Wissenschaft, aveva citato a questo proposito una serie di esempi pertinenti (sono riportati nelle Entscheidungen des Kgl. Geh. Obertribunals, n.s., 4. vol., Berlin 1847), a cui possiamo senz'altro rinviare. Ci limitiamo qui a richiamare in extenso solo le seguenti deduzioni di F. Lassalle, che valgono a convincere anche il più acceso sostenitore dell'ermeneutica tradizionale di ciò che è possibile argomentare giuridicamente e di quanto poco la fortuna di un'argomentazione dipenda dalle effettive capacità del giurista.

Lassalle si trovava nel 1848 in stato di detenzione preventiva. Gli erano stati contestati i delitti di cui agli arti. 87 e 91 del Code pénal (alto tradimento, trasferimento non autorizzato di armi al popolo, ecc.). Tali delitti (Delikte) erano espressamente definiti crimes in senso tecnico dal Code pénal, e questo già nell'intitolazione della rubrica. Secondo l'art. 113 del Code d'instruction criminelle per questi delitti era esclusa l'ipotesi di rilascio, anche sotto cauzione, dalla custodia preventiva. Dopo che una sua prima domanda di rilascio era stata naturalmente respinta, Lassalle aveva motivato in questo modo la seconda domanda, destinata anch'essa a non essere accolta: “Nel momento in cui io, per quanto ritenuto colpevole di un crime in base agli artt. 87 e 91, mi permetto di presentare nuovamente istanza per ottenere il rilascio provvisorio dietro cauzione, faccio presente che l'art. 113 Str. Proz. Ordn., che esclude la concessione del rilascio dietro cauzione nei casi in cui venga contestato un crimine [Verbrechen], non mi è sconosciuto. Se pertanto presento ora questa domanda è perché credo di poter provare in modo evidente e inconfutabile che tale disposizione dell'art. 113 Str. Proz. Ordn. è stata abrogata dalla legge del 15 aprile 1848 in materia di crimini politici. Per quanto a tale circostanza non sia stata fino ad oggi data pubblicità presso l'opinione pubblica, confido che la Regia Corte Camerale voglia ritenere che le mie motivazioni, impostate su basi diverse da prima, sono fondate”.

La nuova impostazione di Lassalle faceva riferimento alla legge del 15 aprile 1848 nel suo complesso, ma in particolare ad un suo singolo paragrafo: “Noi, Federico Guglielmo ecc., con il § 2 dell'ordinanza del 6 aprile riguardante crimini [Verbrechen] politici e della stampa commessi nelle province renane, abbiamo ristabilito la competenza effettiva delle corti giudiziarie collegiali [Geschworenengerichte], estendendola anche alle contravvenzioni [Vergehen] politiche e della stampa. Per garantire l'esecuzione della presente disposizione (ovvero del § 2 dell'ordinanza del 6 aprile 1848) ordiniamo quanto segue [...]”.

Seguivano numerose disposizioni spicciole, tra le quali il § 12, che così recitava: “Per tutti i restanti casi, con particolare riferimento alla fase dell'istruzione preliminare, al rilascio provvisorio dietro cauzione, ai mezzi di impugnazione delle decisioni delle corti di giustizia



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